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  • Mira Sidera

I pirati si sposavano tra di loro: il Matelotage e la caduta del mito eteronormato del pirata

Sì, hai letto bene: i pirati avevano un vero e proprio matrimonio per unirsi tra di loro.

Grazie a studi recenti, lo stereotipo del pirata sciupafemmine, etero e perennemente ubriaco sta perdendo credibilità (era ora!), scotolandosi di dosso le (quasi) scorrette rappresentazioni che ci ha propinato Hollywood.

Parlare di “matrimonio” nel senso cristiano del termine è scorretto, ma riferirsi al rito che univa due pirati come “unione civile” è più che corretto, perché non solo aveva valore legale, ma era anche esclusivo e finché morte non ci separi. Era così comune e ufficiale da avere un nome tutto suo:

Matelotage

(dal francese “matelot”, che potremmo tradurre “marinaio o uomo di mare”)


Una prima definizione ci viene data dal bucaniere Alexandre Exquemelin: «un’usanza generale e solenne di cercare un compagno o un compagno per un reciproco guadagno» (traduzione molto letterale).


Da questa semplice definizione, vari studiosi hanno approfondito la natura complessa di questa unione (fonti alla fine dell’articolo), arrivando a scoprire che il mito del pirata sciupafemmine, stereotipo dell’uomo etero e rude, sia in verità artefatta e, soprattutto, storicamente incorretta.

Ma facciamo un passo indietro.





Il Matelotage era un’unione civile tra due pirati, che veniva ufficializzata con un vero e proprio testamento legale e con tanto di anelli. Il compagno veniva chiamato “matelot” e lo rimaneva fino alla fine dei suoi giorni (che erano pochi, contando quanto era breve la vita dei pirati tra scorribande, malattie e i pericoli del mare).

(mi raccomando, non corsari o altro, PIRATI capirete perché tengo a questa distinzione alla fine dell’articolo)


Le regole erano semplici:

1. Tutto il bottino collezionato dai due matelot veniva diviso tra i due e, in caso di assenza di uno (per un viaggio particolarmente pericoloso, o altro), l’altro aveva il compito di proteggere il bottino fino al suo ritorno;

2. Dovevano giurarsi eterna fedeltà;

3. Dovevano combattere a fianco e proteggersi a vicenda.


Probabilmente ogni matelotage aveva le sue regole, ma più o meno queste erano quelle più diffuse.



Ciò che sappiamo con certezza era che la tipologia di unione era diversa in base alle necessità. Infatti, si registrano varie forme di matelotage:

  • Unione economica: avere qualcuno che protegge il tuo bottino, o comunque avere più risorse perché hai a disposizione anche quelle di un’altra persona;

  • Unione fraterna: i pirati passavano molto tempo insieme e, spesso, sin dalla giovane età, quindi arrivava un momento in cui un pirata si era trovato così in sintonia con un altro pirata, da decidere di unirsi a lui “formalizzando” un rapporto che c’era sin da prima (se mastichi romanzi fantasy, potremmo dire che è ciò che avviene tra i Parabatai nella saga di Shadowhunters);

  • Unione pederastica: un capitano capiva quando si stava per avvicinare a una certa età, quindi prendeva sotto la sua ala un giovane da legare a sé con il matelotage per potergli insegnare tutto ciò che c’è da sapere per quando avrebbe preso il suo posto;

  • Unione romantica e/o sessuale.

Scrivere “e/o” è fondamentale, perché tra i pirati che intessevano una relazione sessuale con il proprio matelot (o con qualsiasi altro pirata), non per forza implicava avere anche dei sentimenti romantici. Spesso i pirati avevano delle mogli a terra, ma durante i mesi (o gli anni) passati in mare, poteva capitare qualche toccatina di troppo (mica erano in un convento!), che poteva – ma non necessariamente – sfociare in un rapporto romantico.


Però, spesso, i pirati sceglievano questa vita proprio per fuggire dalla terra, che vedevano sì e no ogni dieci anni, quindi era probabile che trovassero un compagno a bordo con cui condividere tutto.

È l’esempio di Stede Bonnet, il pirata gentiluomo, che ha intrapreso la via della pirateria proprio per fuggire dalla moglie con cui aveva un rapporto insoddisfacente e complicato.

(Le sue gesta sono narrate nella serie Our Flag Means Death, che ho amato! Si prende qualche libertà, ma se interessa vedere una serie sui pirati che verte su temi più queer, allora è la serie giusta per te!)



Per loro era anche “logico” stringere dei rapporti romantici/sessuali con un altro pirata: sapevano che avrebbero visto la terra dopo un bel po’ di tempo, nelle navi vi erano solo uomini… due più due fa uno nella mia città, non so nella vostra.


Il luogo perfetto dove unirsi con un altro pirata tramite il matelotage era Tortuga. Se stavi scappando dalla tua famiglia omofoba, o eri un ex soldato della marina inglese, a Tortuga avresti trovato tanti supportive pirates pronti a trovarti un bel matelote.

Era così tanto comune l’unione sessuale e/o romantica, che il governatore francese Le Vasseur nel 1645 ha richiesto al governo francese circa 2,000 prostitute con la speranza di spazzare via la pratica del matelotage. Ovviamente, senza successo. Anzi, alcuni pirati intesserono dei rapporti poliamorosi con le prostitute e il proprio matelot.

(All’epoca si credeva che la sodomia era comune tra i pirati perché non c’erano molte donne… poveri schiocchi.)


Nonostante da questo articolo si possa evincere che tutti i pirati supportavano il matelotage di tipo sessuale, non è proprio così. Anche tra i pirati c’erano capitani che non erano d’accordo (nella loro nave), perché permettere relazioni romantiche e/o sessuali a bordo poteva portare a conflitti interni (uno dei motivi, infatti, per cui le donne non erano permesse a bordo).


Ad esempio, Il pirata Bartholomew Roberts, oggi chiamato Black Bart, aveva emanato una regola nella sua nave che proibiva alle donne e ragazzini di salire a bordo.

«No Boy or Woman to be allowed amongst them. If any Man were found seducing any of the latter Sex, and carry’s her to Sea, disguis’s, he was to suffer Death.» (Fonte)



Perché, però, non esistono prove esplicite della natura romantica e/o sessuale di queste unioni?

Nonostante in mare le unioni tra lo stesso sesso erano quasi sempre accettate, a terra la situazione era molto più complicata. Se c’era anche solo il sospetto di sodomia nei confronti di qualcuno, quella persona rischiava la galera se non la morte.


Ma, cosa ha a che fare questo con la mancanza di prove?


I pirati di certo non si sedevano a scrivere le loro memorie (la maggior parte erano analfabeti), quindi materialmente non c’era nessuno che poteva scrivere di queste unioni. Quei pochi pirati che sapevano scrivere erano ex-aristocratici, quindi probabilmente ancora influenzati dalla mentalità omofoba, o ex-militari, quindi sapevano bene cosa sarebbe successo se i loro scritti sarebbero caduti nelle mani sbagliate. Parlare, o scrivere, di omosessualità equivaleva a disegnarsi un bersaglio in fronte.


Questo è uno dei motivi dietro il mio volermi impuntare sulla differenza tra pirati e corsari: il matelotage univa i pirati (e a volte marinai), non i corsari, nonostante spesso vengano erroneamente utilizzati come sinonimo. I corsari per un grandissimo periodo sono stati al servizio dello Stato, quindi di certo non si mettevano a intrattenere relazioni con persone dello stesso sesso perché erano più esposti. (Ciò non toglie che possano essere vissuti dei corsari queer, ma di loro non c’è uno straccio di prova attendibile principalmente per questo).


Quindi, come facciamo a sapere tutte queste cose sul matelotage, o in generale sui rapporti omosessuali che univano molti pirati?

Dalle fonti negative. Cioè, tutte quelle fonti che stigmatizzavano e denunciavano questi rapporti.


Come il famosissimo slogan “Rum, sodomy and the lash” della marina inglese, che ci dimostra come la sodomia era qualcosa da combattere (e quindi diffusa) tra la pirateria o i pirati. O anche ciò che è successo a Tortuga con il governatore francese. In generale qualsiasi saggio che trattava di pirati, si rivolgeva a loro come dei pervertiti dalle gesta peccaminose.


Ma, soprattutto, grazie a degli esempi di matelotage che sono stati registrati in documenti ufficiali, o che ci sono stati tramandati da scrittori che in segreto hanno scritto le gesta dei famosi pirati che solcavano i mari in cerca della libertà.


Esempi (presunti) di Matelotage:

  • John Swann e Robert Culliford, si ritiene che il loro rapporto di Matelotage fosse anche romantico perché Swann viene chiamato “la grande consorte di Culliford” nel Calendar of State Papers;

  • William Dempier si era innamorato di un ragazzo, addirittura prese sotto la sua ala anche la madre pur di tenerlo con sé;

  • Il pirata Richard Simpson, dopo aver avuto una discussione con il capitano, venne legato e ripetutamente cosparso di acqua fredda; il suo matelote, non riuscendo a vederlo soffrire, propose di prendere il suo posto per ricevere l’altra metà della punizione.

Anche un falso storico come “The Memoirs of Louis Adhemar Timothée Le Golif, called Borgnefesse, Captain of the Buccaneers” ci dimostra che le fanfiction sui pirati esistevano anche all’epoca e, diciamocelo, nelle fanfiction risiede sempre un po’ di verità.

A parte lo scherzo, si crede che l’autore si sia ispirato a qualcosa che ha sentito, o che ha visto, imprimendo su carta questa avventura amorosa tra due pirati e la moglie di uno dei due.



In conclusione, a causa delle poche fonti (sia per i motivi citati, sia perché probabilmente molti scritti sono stati distrutti appena qualcuno ne leggeva il contenuto) e della poca sensibilità riguardo il lato queer della storia, ancora non ci sono studi approfonditi riguardo la natura omoerotica del Matelotage. Durante la mia ricerca ho trovato alcuni articoli e saggi che trovate alla fine, tutti rigorosamente in inglese, ma dentro di me spero che con il tempo continueremo ad approfondire ancora di più l’ennesima rappresentazione queer di cui la storia ci ha privato.


Spero che ora, appena sentirete un uomo etero cis dire “Io sono rude come un pirata!” vi metterete a ridere proprio come me.


 

Note:

  • Le prove che sono state trovate si riferiscono al 17esimo e 18esimo secolo, fuori da quei due secoli non abbiamo nemmeno uno straccio di prova, possiamo solo ipotizzare;

  • Molte di queste informazioni si riferiscono ai pirati occidentali, ma vi sono alcuni studi anche sulla sodomia tra i pirati cinesi (di cui si è occupata, principalmente, Dian Murray).


FONTI VARIE:


Paper/Essay/Saggi:

the Golden Age of Piracy, 1640-1720, Nicole Keegan (in questo paper vengono citate un bel po' di fonti e saggi)



Pirates of the South China Coast - Dian H. Murray


Rum, Sodomy, and the Lash - Hans Turley




The Practice of Homosexuality among the Pirates of Late 18th and Early 19th Century China - Dian Murray (non si trova facilmente, ma molti lo citano tra la bibliografia dei propri saggi)


Podcast:

The Untold History of Pirates (Questo Podcast è oro, fatto benissimo, con tantissime fonti e ospitano anche persone molto informate sull'argomento)


Articoli:

http://thepirateempire.blogspot.com/2013/07/gay-marriage-among-pirates.html

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